1 giugno 2014

Vice Procuratore Delegato

vice procuratore delegato


Stage, tirocini, praticantato: c’è sempre qualcosa di buono.

Nell'odierna Odissea in cui si imbattono tanti giovani giuristi, nel Bel Paese che non tende più le braccia, anzi volta le spalle, vorrei porre l’attenzione su quelle esperienze che meritano ancora di essere vissute. 
In particolare, per chi si affaccia ad una finestra che lascia intravedere un paesaggio ambiguo, mi sembra utile testimoniare a favore di un'esperienza nel settore giuridico che ho trovato stimolante e formativa.
Che non si dica che siamo una generazione in grado solo di compiangersi!


Com'è noto, le Scuole di Specializzazione per le professioni legali prevedono, durante il secondo anno, progetti che consentono di entrare “praticamente” nelle funzioni attinenti all’indirizzo che lo specializzando sceglie per sé (notarile/giudiziario).  
La mia esperienza parte dalla Scuola di Specializzazione dell’Università di Pisa che, convenzionata con alcune Procure presso i Tribunali ordinari del distretto della Corte d’Appello di Firenze, ha dato la possibilità, a chi volesse, di svolgere un anno come Vice Procuratore Delegato.
La mia scelta è ricaduta sulla Procura di Lucca.
L’inserimento è avvenuto in un ambiente di lavoro molto sereno ed equilibrato, in cui ci siamo inseriti con la giusta accoglienza. La prima parte di questo progetto si è svolta attraverso l’accostamento, durante le udienze,  ai Pubblici Ministeri dinanzi il Giudice di Pace e il Tribunale in composizione monocratica e collegiale. Per la prima volta sedevamo dal lato del giudice requirente, iniziando così a prendere visione del procedimento penale in un’ottica tutta nuova e da sperimentare.

In questa fase il nostro compito era quello di ascoltare, capire e fare domande pertinenti.
Entrati, o per lo meno intenti ad entrare,  nel meccanismo dell’accusa che muove dalla tutela dell’interesse generale della società e non più del cliente, ci è stato concesso un salto di qualità: prendere visione dei fascicoli degli atti per l’indagini preliminare, intervenendo nel momento in cui il PM decide se procedere alla richiesta di archiviazione o di rinvio a giudizio. Analizzavamo i fascicoli a partire dalla denuncia-querela, dall’informazione di garanzia, dagli atti compiuti dalla Polizia Giudiziaria. In tale contesto è sorta una considerazione: il debole disvalore penale ravvisato in determinati fatti illeciti. Si tratta di alcuni delitti di microcriminalità a querela della persona offesa, la cui competenza spetta al Giudice di Pace. Per esempio, nel caso dell’ingiuria a volte risulta difficile individuare la linea di confine tra il fatto penalmente illecito e non, e questo perché spesso per condotte di scarsissimo valore sociale si dà avvio a procedimenti penali che distolgono i giudici dal riporre le loro energie in fatti lesivi di interessi REALMENTE meritevoli di tutela.
Naturalmente questa è solo una mia opinione.

Terminata questa fase sull’esperimento dell’azione penale, è arrivata la parte più coinvolgente: l’udienza! Equilibrata è parsa la scelta della Procura di farci presenziare all’udienza senza alcun aiuto ma nello stesso tempo è stato ritenuto adeguato assegnarci fascicoli di reati di competenza del GDP.  

Così abbiamo iniziato ad avere “le nostre udienze” e “i nostri fascicoli”.

Le udienze si sono svolte fluidamente e senza particolari problemi, se non quello di trovarsi a dover improvvisare. Ebbene si, prepararsi non serve a molto perché l’affascinante macchina che è il processo penale, pone dinanzi imprevisti per i quali l’unica cosa da fare è aprire immediatamente il Codice di Procedura Penale! Di certo, per un maggiore apprendimento, sarebbe stato più utile imbattersi in questa esperienza sin dall’esordio della Scuola.

Inutile dire che queste sono le esperienze di cui abbiamo bisogno, quelle dalle quali si apprende molto più che studiando sui libri (senza con ciò voler negare l’importanza della teoria).
Certamente, svolgere la funzione di VPD non è tappa inevitabile nel percorso di un giurista ma, che sia quello di PM, di Avvocato, di Notaio, ciò che conta, dopo anni di studi sui libri, 

è la pratica, quella vera!

Con un tono lusinghiero, posso affermare che quest’esperienza ha rappresentato un piccolo pezzo del puzzle che mi vede impegnata a costruire il mio futuro.


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