Pensate a tutte le volte che affrontando uno di quegli esami(ni) vi siete chiesti quanto fossero davvero importanti per la vostra formazione da giurista.
All'epoca della mia esperienza universitaria ne ricordo uno in particolare, di un professore che divenne, addirittura, ordinario di cattedra di un esame importante, in seguito. Dubito per merito.
Per questo esami(no), il nostro emerito professore aveva scritto ad hoc un libricino rosso (che io per fortuna non comprai ma mi feci prestare da un amico) di circa 200-250 pag., ma che in realtà poteva tranquillamente contenerne 100 scarse. Questo professore aveva inventato questa "tecnica", scriveva i primi capitoli e in quelli successivi ricopiava intere pagine (non per concetti, proprio intere pagine) dei capitoli precedenti, in quelli successivi. L'esame andò bene, ma come avrete intuito non è questo il punto della questione.
Lasciataci alle spalle questa piccola parentesi, Vi vorrei rendere partecipi di quelli che sono alcuni punti di una nostra ipotetica quanto utopica riforma, che come già ho accennato non può non toccare in primis il sistema universitario.
- Laurea completa in giurisprudenza in 15 esami per 3 anni;
Chi ha conseguito una laurea in giurisprudenza è consapevole del fatto che la sua formazione teorica può tranquillamente riassumersi in una quindicina di esami di media e alta difficoltà, perciò non ha molto senso tenere in vita esami(ni) con l'aggravio di risorse che questo da solo comporta;
- Terminato il corso di studi costruito ad hoc, e finalmente laureato, scegliere:
A)Tirocinio/pratica per 2 anni;
per accedere a questo tirocinio dovrebbe istituirsi un concorso nazionale (un po' come si sta pensando per gli specializzandi in medicina) che preveda un numero chiuso e una retribuzione. Il Tirocinio dovrebbe svolgersi nelle cancellerie di tutti i tribunali d’Italia. L'intento sarebbe quello, da un lato di dotare di personale le cancellerie oberate di lavoro e perciò lentissime, con l’aggiunta di menti FRESCHE (ad un costo sicuramente inferiore rispetto ad un concorso ed assunzione a tempo indeterminato), dall'altro, dare ai praticanti anche solo la metà della dignità di uno specializzando in medicina. Pensate, inoltre, a quanto si possa imparare nelle cancellerie a contatto col diritto vivo. Concluso il tirocinio, prevedere 1 anno di pratica presso un avvocato, trascorso il quale iscrizione IMMEDIATA all’albo degli avvocati;
B)L’esame di avvocato;
L'esame sarebbe pensato solo per chi, dopo la laurea, non voglia o non sia riuscito a superare l'esame per il tirocinio. In ogni caso, l'esame è pensato ante pratica, nel senso che solo al superamento dell'esame si predispone una pratica di 2 anni presso un avvocato e trascorso il tempo indicato, ottenere l'iscrizione all'albo degli avvocati.
Se avete altre proposte o altre idee per completare la nostra, potete contattarci o commentare, la discussione e il confronto possono sempre e solo farci migliorare.
Resta ferma ed invariata la convinzione che per risolvere i problemi bisogna confrontarsi con chi ce li ha, non lasciandoli da parte, con l'ormai consumato e sopravvalutato "ghe pensi mi".
In Italia, purtroppo, chi non fa sentire forte la propria voce è destinato ad un misero quanto inutile silenzio.
3 commenti:
Condivisibile. Finalmente un progetto di riforma che merita attenzione. Una iniziativa nata da chi ha fatto esperienza sul campo ma costretta a cedere il passo a riforme improvvisate e, purtroppo, inutili.
Sono desolato ma non trovo condivisibile quasi nulla della riforma da voi prospettata. La mia idea in pillole:
- Accesso alle Università per meriti: è opportuno stabilire un tetto minimo al di sotto del quale NON è possibile accedere all'Università: personalmente considero necessario ottenere almeno 85 all'esame di Stato per gli istituti professionali, 80 per i licei. La ragione di cio' non è impedire l'accesso universitario ai meno capaci bensì responsabilizzare l'alunno a effettuare una scelta obiettiva, inerente le proprie REALI attitudini e capacità, ed evitare il sovraffollamento e, di conseguenza, lo scadimento della qualità accademica.
- Laurea completa in giurisprudenza in 15 esami per 3 anni: per me è questa la Laurea di I Livello. Questo tipo di laurea dovrebbe essere sufficiente per lavorare in ambiti legali o comunque avere una sufficiente preparazione per affrontare concorsi pubblici (es. polizia).
- Laurea II Livello in Giurisprudenza: dovrebbe seguire, esattamente come avviene per medicina, una vera e propria SPECIALIZZAZIONE giuridica, così esemplificativamente suddivisa:
1. civile;
2. penale;
3. amministrativa;
4. notarile;
5. magistrale;
6. economico/bancaria (giuristi di impresa).
Esami diversi, tirocini diversi, modi di pensare diversi, impronta accademica diversa.
Questa è solo una parte della riforma che propongo, ma credo sia già di per sè sufficiente a far capire quanto la strada da percorrere sia completamente differente. Naturalmente, a mia modestissima opinione.
Sperando di non avervi annoiato, vi saluto affettuosamente.
penso che la vostra proposta possa essere un buon inizio per un cambiamento.....
per quanto riguarda l'accesso alle università io farei a numero chiuso con test di ingresso ma non in base al voto delle superiori!!!
per la pratica ritengo che anche sotto questo profilo dovremmo seguire un po il filone della facoltà di medicina con pratica presso uno studio o tribunale ovviamente con retribuzione, al termine del quale può anche starci un piccolo esame come quello per la richiesta di abilitazione per essere praticante abilitato
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