2 maggio 2013

Praticante avvocato: cos'è?

Rispondiamo ad una domanda relativamente semplice..

Chi sono i praticanti avvocati?!O meglio cosa sono?! 

praticante avvocato
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- praticante avvocato abilitato


parere CNF per i praticanti Avvocati abilitati su:

materia lavoro e previdenziale;

esecuzioni immobiliari.


Cosa significa praticante avvocato?

A discapito di quello che possano credere i più è un’entità concreta ma con una data ben definita di scadenza. E’ un soggetto che negli anni si è ostinato nel conseguire una laurea in giurisprudenza e che all’indomani del traguardo raggiunto ha iniziato, senza neanche accorgersene, la pratica come avvocato.
  • La prima fase è stata quella di mettersi alla ricerca di un Dominus che potesse fare al caso proprio. 
La scelta spesso è legata alle proprie conoscenze e per essere più precisi, questi insiemi rendono al meglio l’idea che voglio esprimere 
Sfugge a tutti, tranne agli addetti ai lavori, che oggi per come vanno le cose bisogna addirittura ringraziare quell’Avvocato che ti accoglie nel suo studio con l’intenzione di assolvere davvero al proprio compito, formare un futuro Avvocato, al di là del fatto che ti paghi mensilmente uno stipendio. 

La realtà, però, è che molti avvocati, gelosi del proprio mestiere, “accolgono” i loro praticanti con l’intento di utilizzare mano d’opera a basso costo, mettendoli allo svolgimento di quelle mansioni che sono complementari, ma necessarie, alla professione di avvocato. D'altronde si guardano bene dal prodigarsi per formare davvero un futuro concorrente. 
Immaginate che lo studio sia una carrozza diretta dal dominus, da sola questa non farebbe un passo, ecco a cosa servono i praticanti.. 
E questa è anche la spiegazione per cui le riforme degli ultimi tempi non tendano a risolvere una volta per tutte il problema, ma solo a garantire che di praticanti ce ne siano in quantità e che le loro pretese siano basse, bassissime. Ci basterebbe la metà della considerazione dei tirocinanti in medicina, in fondo la nostra di laurea non è poi così tanto più facile, ma forse la mia è un’eresia. 

Questa è la condizione attuale della maggior parte dei praticanti avvocati. 
Tuttavia, non tutti gli avvocati sono dei nocchieri senza scrupoli, esistono anche delle mosche bianche, che svolgono la loro professione con coscienza e che si comportano verso i propri collaboratori con umanità.
 
Completata la pratica inizia quella fase di limbo che è temporalmente indefinibile, durante la quale si tende a studiare, si inizia qualche piccolo contenzioso o comunque si continua la pratica e infine, non per ordine di importanza, si tenta l’esame di avvocato. 
Esame complesso ed estenuante, il cui superamento non comporterà comunque la risoluzione magica di tutti i problemi (visto che non vinci un concorso e non percepirai uno stipendio), ma legittimerà finalmente la tua posizione, allungando la data di scadenza, almeno si spera. 
Leggendo di altre esperienze, approfittando della semplicità di gestione di un blog, mi sono convinto ad aprirne uno che avesse come scopo quello di condividere con gli altri alcune esperienze nella pratica. Nient'altro che la soluzione ad alcuni dei dubbi che avevo affrontato, cercando di coinvolgere anche altri a farlo; individuando sul web le applicazioni e non solo che possano facilitare questo mestiere. 

Quello che credo è che da soli valiamo ben poco, e sarà sempre più difficile difendere i nostri diritti e quelli di chi, si spera, verrà dopo di noi (esame permettendo). Solo insieme possiamo alleggerire, per quanto ciò possa essere possibile, il tempo in cui continueremo ad essere né carne né pesce, ma quasi degli esseri mitologici.

Ma per tutti gli avvocati arriva il giorno in cui si lasciano a casa i panni del praticante, si supera l'esame di stato e ci si iscrive all'albo. Per molti è un traguardo, in realtà è solo un punto di partenza.

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