Il modello ricalca un atto riguardante una vicenda realmente verificatasi.
La pratica nei procedimenti possessori - prima fase a carattere sommario
TRIBUNALE DI _____________________
RICORSO EX ART. 703 C.P.C., 1168 C.C.
Il Sig._________________, nato a __________________(SA), il __/__/____,
CF__________________, ed ivi residente alla via _______________n. __,
rappresentato e difeso dall’Avv. _______________, (CF._______________) come da
procura in calce al presente atto ed elettivamente domiciliato presso il suo
studio sito in _________________________(SA) in via _________________n.____
(tel e fax____________________pec.________________________)
CONTRO
______________________________________________________
PREMESSO
- Che, nel settembre 1988/89 circa, il sig.__________________ha acquistato la
proprietà del fondo sito nel Comune di ___________, alla località denominata
“______________”, delle dimensioni di circa 4 ettari, permutandolo con il
proprio sito in ____________alla località “___________”, con accordo verbale
tenuto con il sig. ___________________.Tale fondo è identificato alla
particella __, foglio __ in catasto, e risulta confinante con la SS__, con la
proprietà di ___________ e di _________________ e con i canali di bonifica.
- Che, il possesso è stato ininterrotto ed in buona fede, in quanto il
sig.______________ è anche coltivatore diretto dello stesso fondo a partire da
allora.
- Che, da quando lo possiede, il terreno è stato sempre messo a coltura di
mais ed erba medica.
- Che, in data __/__/20__, (avvertito da _______________) recatosi sul fondo
de quo, sito in agro di ______________alla località “___________”, il sig.
________ constatò che l’intera coltivazione di erba medica era stata distrutta.
Inoltre, era stata apposta una catena all’ingresso del fondo che non consentiva
l’accesso.
- Che, per scoprire l’autore del misfatto, il sig. ________________seguì la
traccia di terreno lasciato dal trattore sulla strada che lo portò in
_______________presso alcuni capannoni di ___________. Lì il trattorista
_____________, da _______________________, piana ________, riferì che l’aratura
del campo gli era stata ordinata dal suo datore di lavoro. Senza sentire altre
ragioni il sig. _____________ tolse la catena che era stata apposta ed andò
via.
- Che successivamente il ricorrente è venuto a conoscenza che a compiere
quanto innanzi detto erano stati:____________________, ___________________;
- Che, in data 08/04/2009 il sig. ____________recatosi sul fondo ha potuto
constatare che la catena era stata di nuovo apposta, impedendo il libero
accesso al medesimo e che attualmente insiste sul fondo;
- Che, la condotta dei resistenti, i quali hanno apposto una recinzione con
la catena a delimitazione dell’ingresso del fondo, può, senza dubbio,
considerarsi uno spoglio del possesso esercitato dal ricorrente sul proprio
fondo, avendone precluso le connesse facoltà di godimento. Dello spoglio
sussistono tutti i requisiti. La violenza, che si configura come qualsiasi
comportamento che produca la privazione totale o parziale del possesso (o del
compossesso) contro la volontà espressa o anche solo presunta del possessore –
Cass. 1577/87 – ed indipendentemente dalla convinzione dell’agente di
operare secondo diritto – Cass. 1204/99 – e l’animus spoliandi la cui
integrazione non richiede, necessariamente, la consapevolezza dolosa di
sottrarre il possesso della cosa, essendo esso insito nel comportamento di
colui che sovverta la situazione possessoria contro la volontà del possessore e
rimanendo irrilevante l’intento di nuocere o meno dell’agente, così come la sua
convinzione di esercitare un proprio diritti e la stessa sua ignoranza della
preesistenza dell’altrui possesso – Cass. 4226/84, Cass. 6583/88; Cass.
1132/85; Cass. 1204/99 ed altre-,
- Che, pertanto, ai sensi dell’art. 1168 c.c. deve, quindi, essere ordinata
la rimozione della recinzione, concretando tale opera una vera e propria
privazione del possesso del ricorrente, ripristinando così lo stato di fatto
preesistente. Per costante giurisprudenza, inoltre, deve pure essere
riconosciuto il risarcimento del danno provocato dalla lesione del possesso
posta in essere dal resistente, poiché trattasi di pregiudizio sicuramente
risarcibile. In particolare si chiede il risarcimento del danno provocato
dall’estirpazione delle colture di erba medica, a seguito dell’invasione del
fondo.
PREMESSO IN DIRITTO
1. che, l’art. 1168 del c.c. prevede che chi
sia stato violentemente od occultamente spogliato del possesso può, entro
l'anno dal sofferto spoglio, chiedere contro l'autore di esso la reintegrazione
del possesso medesimo;
2. Che, il richiamato articolo, al comma 3,
prevede che se lo spoglio è clandestino, il termine per chiedere la
reintegrazione decorre dal giorno della sua scoperta;
3. Che la reintegrazione deve ordinarsi dal
giudice sulla semplice notorietà del fatto, e senza dilazione ai sensi
dell’art. 1168c.c.;
4. Che, nel caso di specie la reintegrazione
del possesso può essere ottenuta mediante il ripristino dello stato dei luoghi
ovvero attraverso la rimozione della recinzione illegittimamente apposta dal
resistente (cfr. da ultimo Cass. civ., Sez. II, 18/02/2010, n. 3933);
5. che,”in tema di giudizio possessorio può
legittimamente presumersi la sussistenza dell'animus spoliandi nell'agente in
conseguenza del solo fatto di aver privato del godimento della cosa il
possessore contro la sua volontà anche tacita, indipendentemente dalla
convinzione dell'agente stesso di operare secondo diritto. Ne consegue che la
ricorrenza dell'elemento soggettivo può essere esclusa soltanto qualora risulti
provato, ma il relativo onere grava sul convenuto e non sullo spogliato, il
ragionevole convincimento dell'autore dello spoglio dell'esistenza di un
consenso del possessore alla modifica o privazione del suo possesso (cfr. per
tutte Cass. civ., Sez. II, 14/02/2005, n. 2957);
6. che, è diritto del ricorrente ottenere la
reintegrazione nel possesso del bene sopradescritto e che il medesimo intende
introdurre l’azione di merito, in ipotesi di accoglimento del ricorso
introduttivo, avente il seguente oggetto:
a. conferma dei
provvedimenti cautelari eventualmente concessi;
b. ordine di ripristino dello stato dei
luoghi “quo ante”, a spese del resistente;
c. condanna al risarcimento
di tutti i danni subiti, nonché delle spese legali.
TUTTO CIO’ PREMESSO
Il sottoscritto avvocato, nella qualità,
CHIEDE
Che, l’On.le Tribunale di __________________________, previa fissazione
dell’udienza di comparizione delle parti, Voglia, ai sensi degli artt. 1168
c.c. e 703 c.p.c., respinta ogni contraria istanza, eccezione e deduzione, così
disporre:
CONCLUSIONI
In via cautelare, reintegrare il ricorrente nel pieno e pacifico
possesso del bene di cui è stato spogliato e per l’effetto ordinare al
__________________, ___________________ da _____________, l’immediata
reintegrazione dl sig.________________ nel possesso del fondo sito in loc.
“___________”, nel Comune di ____________, identificato alla particella _,
foglio_ in catasto di _________________, anche mediante la rimozione della
catana apposta.
Nel merito, all’esito dell’ordinaria istruttoria, reintegrare il ricorrente nel pieno e
pacifico possesso del bene del quale è stato spogliato e per l’effetto
condannare il sig. ______________________, __________________ a rimuovere
definitivamente le opere di cui in precedenza ed a risarcire il danno patito
dal medesimo ricorrente per il danneggiamento delle coltivazioni esistenti sul
fondo.
Condannare i resistenti al pagamento delle spese processuali secondo quanto disposto
dal DM 55/2014.
IN VIA ISTRUTTORIA
Si chiede l’audizione dei testimoni sig.ri ______________________ residente
in __________alla via ____________, ____________________, residente in
______________alla via__________ sulle seguenti circostanze di fatto:
- Vero o meno che, nel settembre 88/89 circa il ricorrente ha acquistato la
proprietà del fondo sito ______________________________;
- Vero o meno che, il possesso è stato ininterrotto ed in buona fede, in
quanto il sig. ________________ è anche coltivatore diretto dello stesso fondo
a partire da allora;
- Vero o meno che, da quando lo possiede, il terreno è stato sempre messo a
coltura di mais ed erba medica;
- Vero o meno che in data __/__/____, (avvertito da _________________)
recatosi sul fondo de quo, sito in agro di ___________ il sig.
____________constatò_________________;
Allegati:
- Copia di denuncia querela;
- Attestazione di
ubicazione del fondo nel comune di ______________;
- Fotografie raffiguranti
lo stato dei luoghi;
- Certificato Inps di
contribuzione agricola;
- Stralcio di mappa
catastale.
DICHIARAZIONE DI VALORE
Ai sensi dell’art. 14,
comma 2, DPR n. 115/2002 si dichiara che il valore della presente causa è fino
a euro ______________________, dovrà pertanto applicarsi il C.U. nella misura
determinata in relazione allo scaglione di appartenenza diminuito della metà,
per un importo di € _____, _
_____________________,
lì
Avv.____________________
Nota 1: il valore delle cause possessorie deve determinarsi
attraverso l'applicazione analogica delle regole dettate per la valutazione
delle cause relative al diritto il cui contenuto corrisponde al potere di fatto
sulla cosa di cui si controverte (Cass. Civ. 24644/2011);
Nessun commento:
Posta un commento